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e signori in giubba col petto coperto di catene e decorazioni pontificie o straniere. I carabinieri a due a due stavano impalati a riparo dei portoni e pareva facessero ala al pomposo corteggio che, giunto in piazza San Pietro, si divideva, poichè le carrozze dei diplomatici e dei dignitari della corte pontificia penetravano nel cortile di San Damaso e quelle degli invitati si fermavano davanti al portone di bronzo, dietro al quale stavano schierati gli svizzeri.

Il campanone di San Pietro empiva l’aria di note cupe e sonava annunciando a Roma la grande cerimonia religiosa dell’anniversario della elezione di Leone XIII al pontificato, e su per le molte scale del Vaticano, guardate dai gendarmi maestosi col capo coperto dal pesante morione, era un salire affrettato di dame, un fruscìo di seta e di velluto.

La sala Ducale e la sala Regia erano affollate di gente di minor conto; monache, educande borghesi, frati, cui non era concesso altro che lo spettacolo di veder passare o ripassare la corte papale, e coloro che erano ammessi alla cappella Sistina, il luogo sacrato dalla grande mente del Buonarroti.

Su in alto figure di Sibille, di Profeti, di