Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 281 — |
vasi fredda e pareva ubbidire a un dovere, invece che cedere a uno slancio del cuore.
Il principe, come tutti quelli che sono incapaci di prendere una risoluzione, ma una volta presala, per iniziativa altrui, vogliono attuarla per sentirsi legati e evitare il pericolo di cedere alla propria inerzia, provò l’impazienza di compire subito almeno una delle promesse stese in carta un momento prima. Infatti fece chiamare Ubaldo e senza tanti preamboli gli domandò:
— Lo vuole il giornale!
— Ma che cosa intende dire?
— Intendo proporle di prendersi la proprietà della Stampa, purchè trasporti subito gli uffici in altro locale, — disse il principe.
Il Caruso riflettè un momento lisciandosi la barba e poi rispose:
— È un giornale che costa molto, molto, e non so se da solo io possa arrischiarmi a fargli le spese, specialmente dovendo trovare un altro locale e adattarlo a uso di tipografia e di amministrazione. Se invece mi lasciasse la casa, potrei trovare chi mi prestasse qualche capitale per pagarlo, e agevolandomi lei sul prezzo, forse ci si potrebbe accomodare.
Egli mercanteggiava sapendo in quali ac-