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— C’erano alcune migliaia di lire, ma avevo perduto iersera al Circolo della Caccia e ho pagato.

— E gl’istituti di credito?

— Negano; li ho tutti sfruttati come principe della Marsiliana e come proprietario di giornale.

— E gli amici? Perchè non scrivi a don Tommasino Lavriani; ha dieci milioni a conto corrente da Rothschild, se vuole ti può aiutare. Un principe romano, quando ha commesso delle pazzie, ha l’obbligo di rimediarvi e se gli piace di buttarsi nelle imprese non può fallire come mio speculatore, che non ha nulla da perdere, nulla. Pio, scotiti, opera.

E vedendo che il principe continuava a sfogliare il giornale illustrato, la duchessa gli mise una mano sulla spalla e gli disse:

— Pio, pensa.

Nel parlare al figlio, nel contemplare quella rovina, la duchessa, aveva una intonazione di rimprovero nella voce, ma nel cuore ella era piena d’indulgenza, per quel figlio idolatrato e sperava con quel mezzo di scoterlo. Ella peraltro s’illudeva sullo stato mentale del principe e gli chiedeva l’impossibile. Un solo nome, una sola persona avrebbero avuto la potenza di rendergli la vita, e se la duchessa,