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a una scadenza, l’intendente del principe vuotava la cassa del giornale, e quel giorno Fabio e Ubaldo erano di pessimo umore, poichè non sapevano come fare a dividere le due amministrazioni. Essi non tenevano conto dei capitali inghiottiti dal giornale e si credevano defraudati quando casa Urbani ricorreva alla Stampa, per riparare momentaneamente allo sfacelo cui andava incontro inesorabilmente.

Un giorno, verso la metà di luglio, una notizia molto grave giunse dalla Marsiliana al palazzo Urbani e la portò un buttero trafelato.

Quattrocento lavoranti del canale emissario si erano ammutinati chiedendo la paga, che si negava loro da più settimane, e armati di pale e di vanghe marciavano su Roma, per venir da sè a domandare al principe la loro mercede.

La duchessa, tornando di fuori, aveva veduto il buttero scender da cavallo e parlare concitato col portinaio, mentre scoteva il cappello bagnato di sudore. Ella lo interrogò e seppe che il buttero era inviato dall’intendente e chiedeva di essere ammesso dal principe. Con poche parole, senza eccitamento, quel villano le fece un quadro spaventoso della situazione.