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fettò anzi una profonda indifferenza. Egli si contentava di dire di tanto in tanto:

— Si rivolga al principe; si lagni con lui.

Il Carrani se ne andò urlando, e dalla Camera scrisse subito una lettera di fuoco a don Pio, nella quale gl’ingiungeva di richiamare al dovere il redattore-capo e, nel caso non volesse chiedergli scusa, di licenziarlo.

Il principe ricevè la lettera, vide che era del Carrani, che era lunga, non la lesse e non vi rispose. Il giorno seguente altra lettera di fuoco, che ebbe la sorte della prima. Il Carrani scoppiava, non ne poteva più e cercava il principe ovunque per dirgli la sua.

Don Pio incontrandolo sulla gradinata di Montecitorio, gli andò incontro e gli disse:

— Ora mi rammento, mi avete scritto.

— Ve ne rammentate un po’ tardi.

— Ho tante seccature, scusate.

— E che mi dite? — domandò il Carrani.

— Di che? — replico don Pio meravigliato.

— Ma, delle lagnanze che vi facevo nelle mie due lettere?

— Ora che mi rammento, non le ho lette quelle lettere, no, non le ho lette, — e fissava il Carrani con uno sguardo ebete.

Il Carrani a sua volta dopo aver guardato in faccia lungamente il principe; dopo aver