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Quelle parole, quel dono intenerirono don Pio. Egli seppe dominarsi e non fece togliere il quadro dal suo involucro finchè il desinare non fu terminato, ma appena solo strappò lo spago che teneva ferma la carta e si diede a contemplare quel volto dolce e sereno di donna, che pareva lo fissasse con i grandi occhi modesti e luminosi. Quella estasi di don Pio durò fino a notte inoltrata; non pensava a nulla, non vedeva nulla altro che il volto soave di Maria e quello sguardo, che il giorno seguente avrebbe colto negli occhi di lei.

Aveva dato libertà a Giorgio, e sicuro ormai di non esser disturbato, portò il ritratto di Maria in camera, lo collocò sopra un cassettone a destra del letto e da un lato di esso accese due candele per poterlo contemplare anche quando fosse coricato, e sul davanti sfogliò tutte le rose che erano nei vasi del salotto. E quel ritratto di fanciulla pudica, vestita di bianco, con quei lumi, quelle rose sparse davanti, acquistava un carattere sacro, pareva l’immagine di una vergine, che si fosse meritata la gloria dei buoni con le sue celesti virtù.

Il principe, spossato dal viaggio, da tutte le commozioni di quella giornata, si era co-