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— Sentite, Giorgio, — disse a un tratto il principe al suo cameriere, — se caso mai io mi ammalassi qui, dovete mettermi, in treno anche moribondo, portarmi alla Marsiliana e far sì che nessuno sappia dove sono stato, dove mi sono ammalato.

— Sarà ubbidito, Eccellenza, ma non sarebbe meglio avvertire un medico?

— Non voglio nessuno; andate a prendermi un eccitante; del wisky, del cognac, quello che credete; ho bisogno di rimettermi in gambe per oggi e domani, poi non m’importa più nulla.

Giorgio cercò nell’astuccio da viaggio del principe una boccetta di wisky e lo versò in un bicchiere d’argento. Don Pio lo bevve e per un momento si sentì rianimato. Si vestì in fretta e prima d’uscire ne trangugiò di nuovo alcuni sorsi. Capiva che era una vita fittizia quella che circolavagli nelle vene, ma non gl’importava; la vita vera gliela doveva infondere Maria con la sua dolce parola.

Egli uscì in gondola, percorse diversi canali e giunse a San Girolamo all’Orto, allo studio del Rossetti, di cui rammentava benissimo l’indirizzo.

Il vecchio dipingeva ancora benchè fosse quasi notte. Vedendo entrare un visitatore,