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— Se così vi ascoltano, la mia elezione è assicurata.

— Non credo, — rispose l’oste con la sua solita franchezza. — Vostra Eccellenza ha molti avversari fra i popolani. Se la principessa fosse venuta qui, domani a otto, tutti votavano per lei, ma così, ci vuole un colpo, un colpo da maestro, se ne rammenti.

Il principe, guardando la folla, si arricciava il baffo sinistro senza rispondere, e intanto si avviava al posto d’onore indicatogli dall’oste e già stava per sedersi, quando Caruso gli si accostò e chinandosi all’orecchio di don Pio, gli disse a bassa voce:

— Prometta di adoprarsi per fare approvare la stazione in Trastevere e tutti i voti sono suoi.

Don Pio, che da un quarto d’ora cercava inutilmente la promessa che doveva assicurargli i voti dei popolani di quel rione, udendo quel suggerimento si voltò di scatto a veder chi glielo dava, e non seppe nascondere quanto facevagli piacere.

— Grazie, — disse a Caruso, stringendogli con effusione la mano.

— Niente, — rispose l’altro abbassando la testa.

Accanto al principe si era seduto a destra