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che le aveva fatto, ma nulla poteva scusare la sua distruzione, la rovina che si lasciava scendere addosso senza difendersi. Per resistere sentiva il bisogno di rivederla, di supplicarla con la voce, con lo sguardo, con quel volto stesso consunto e invecchiato innanzi tempo dai patimenti, di pronunziare la dolce, la generosa parola del perdono. Con quel talismano nel cuore egli avrebbe riacquistato l’antica energia e impavido avrebbe sopportato gli urti dell’avversità.
XIV.
Quella sera, per la prima volta dopo l’incendio del teatro, don Pio ordinò che fosse apparecchiato anche per lui nella sala da pranzo, si vestì e desinò in famiglia. La principessa lo guardava sospettosamente e non sapeva spiegarsi quel cambiamento improvviso; alla povera donna Teresa le lagrime facevano gruppo alla gola, e il cuore di lei riaprivasi alla speranza.
Don Pio parlò poco e mangiò meno ancora, ma la duchessa non lo vedeva più affondato, inerte nella poltrona, avvolto freddolosamente