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pisco, ma lei sa, Eccellenza, che abbiamo da far con certa gente cocciuta e siamo in certi tempi...! Basta, vedremo; bisognerebbe che per amicarsi i trasteverini lei avesse qualche buona promessa in riserva e la manifestasse stasera.

— Vedremo, — disse il principe ritornando verso Fabio Rosati, che era circondato da un gruppo di persone ben vestite e parlava a bassa voce con loro.

Appena a quel gruppo si avvicinò don Pio tutti si tolsero il cappello e si fecero addietro alcuni passi. Il principe stese la mano all’ingegnere Marini e al professore Arnaldi. Fabio Rosati gli presentò subito quelli che non conosceva.

— Il signor Massa, giornalista, — disse accennando un giovinotto pallido, con le scarpine lucide e l’aria spavalda, — il signor Caruso, giornalista pure — aggiunse accennando un omaccione grasso, dallo spiccato tipo meridionale con le lenti sul naso e una barbetta rada sulle guance butterate dal vaiuolo.

Il principe della Marsiliana fece un passo verso i due rappresentanti della stampa e stese loro la mano.

In quel momento la sora Lalla, grassa, rossa, tutta catene e pendenti d’oro, com-