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Fra tutta quella gente, che si affollava a prestar cure alla signora Caruso e al principe della Marsiliana, e che si faceva sempre più numerosa per il sopraggiungere degli operai della tipografia e dei passanti, che entravano liberamente nell’androne della Stampa, non vi fu nessuno che in sulle prime pensasse ad avvertire i pompieri.

Tutte le teste si protendevano per vedere la bella donna stesa esanime sopra un materassino, tolto alla camera del portinaio, e per veder don Pio con gli occhi chiusi, i baffi e i capelli bruciati, seduto sopra una sedia, senza dar segno di vita. Fabio Rosati fu il primo che riacquistasse il sangue freddo, e dopo aver domandato se i vigili erano giunti, si staccò dal fianco del principe per andare al telefono ad avvertire tutte le stazioni dei pompieri. La sua voce echeggiava sinistramente in quel silenzio sepolcrale, e quelle parole di “aiuto, soccorso„ che egli ripeteva continuamente facevano rabbrividire quanti le udivano, perchè quelle due vittime, che giacevano lì inanimate, erano le prime, ma non le ultime, che poteva fare l’incendio.

Un medico trovandosi a passare per caso, entrò e, fattosi largo fra la folla si avvicinò a Maria, le mise l’orecchio sul cuore e or-