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gettata di sotto per non morire bruciata. Altri passanti sopraggiunsero, e fra quelli un tipografo della Stampa, che riconobbe Maria, e corse al giornale ad avvertire che il teatro era in fiamme e che la signora Caruso, sgomenta, si era gettata dalla finestra.

Don Pio, scottandosi le mani, bruciandosi i capelli e il volto era riuscito a toglier la chiave di tasca, ad aprire la porta e a fuggire per il teatro chiedendo aiuto, gridando come un pazzo. Ma le fiamme, le fiamme alimentate dal vento, che penetrava dalla finestra spalancata, correvano anch’esse con marcia trionfale dal palco della Stampa su verso i palchi superiori, sul palco scenico, e prima che il Rosati, il Suardi e Adriana se ne fossero accorti, avevano già avvinto nelle loro immense spire infuocate tutta la sala del teatro.

Nel veder fuggire don Pio solo, don Pio che pareva una bestia inseguita, tutti si diedero a rincorrerlo, domandandogli con alte grida:

— E Maria? Dov’è Maria?

Ma egli non si fermava; correva sempre, correva precipitosamente finchè non cadde nell’ingresso del giornale, dove in quel momento trasportavano Maria priva di sensi.