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— Come è abbattuta, come è malata, povera Maria, — le disse don Pio, — mi permette che le prepari una tazza di thè?

— Faccia quello che vuole, — rispose Maria senza moversi e senza neppur seguire con lo sguardo il principe, che apriva la porta del salottino, e tolto il bricco d’argento da una cantoniera vi accendeva sotto lo spirito.

Il principe tornò subito presso Maria e le disse:

— Quel salottino era destinato a lei; con ogni cura glielo avevo preparato. Nessuna regina ne ha uno simile in un teatro del mondo; non vuol neppur degnarsi di guardarlo?

Il tono con cui don Pio parlavale era così umile, egli pareva così rassegnato a rinunziare ad amarla, così afflitto, che ella non seppe negargli quel favore domandato tanto supplichevolmente, e alzatasi mise il piede nel santuario che era stato creato per lei. Appena l’occhio di Maria si volse in giro fu dolcemente impressionato dalla perfetta armonia di stile e di tinte che regnava nel salottino, e il suo istinto d’artista si destò, l’occhio perdè l’abbattimento che dava a tutta la fisonomia un’espressione di languore, ed