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— Contentissimo, — rispose egli.

Adriana, che era molto curiosa di capir subito tutti i nuovi ritrovati per poi parlarne ai non iniziati e sbalordirli con la sua erudizione, incominciò a rivolgere molto domande all’ingegnere sul come si generava e si trasmetteva la luce, sulla diversità delle lampade, e l’ingegnere le rispondeva con molta precisione, nel suo cattivo francese; intanto il principe guidava gli altri nella visita del teatro e salivano e scendevano a caso.

Il Rosati, che sapeva benissimo il desiderio del principe di rimanere a parlare con Maria, fece in modo da condurre i compagni sul palcoscenico; Adriana si fermò a guardare l’addobbo dei palchi mettendo il naso per tutto senza cessare di rivolgere interrogazioni al suo compagno, e il principe, accorgendosi di non esser seguito, condusse Maria nel suo palco della Stampa. Ella era così stanca, così abbagliata da tutta quella ricchezza che la schiacciava, da quel tributo grandioso resole da don Pio, che non aveva più forza, e si lasciò cadere spossata sopra un divano non supponendo che alcun pericolo la minacciasse, e convinta che Adriana, che vedeva in un palco poco distante, l’avrebbe presto raggiunta.