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ria, che lo guardava affascinandolo con i suoi grandi occhi chiari, col suo sorriso fresco di bambina, con quel profumo soave di onestà che emanava da tutta la bella persona.

— Io l’avrò, l’avrò quella donna! — esclamò don Pio, — e voglio che sia mia in quel teatro che ho costruito per ubbidire a un capriccio di lei.

Calmato da questa promessa, che faceva a sè stesso, si diede a pensare al modo di mantenerla, e trovatolo si coricò di nuovo e dormì fino a ora tarda, di quel sonno tranquillo che è falso dire sia riserbato soltanto ai giusti, mentre Maria non riuscì a prender sonno, Maria che aveva la coscienza pura e non voleva altro che il bene.

X.

Prima cura di don Pio nel destarsi fu quella di scrivere a suo cognato di pranzare quella sera con loro dovendogli parlare, e dopo essersi vestito andò al teatro per vedere se aveano terminato di mettere gli apparecchi per la luce elettrica. La “Fenice„ era il primo edifizio di Roma che fosse illuminato con quel sistema, e per quella novità era