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stretti, come chi ha la consuetudine di servirsi della lingua inglese.
— Voglio che tu mi accompagni stasera all’adunanza elettorale. — Quel nome di osteria faceva ribrezzo anche a don Pio e non poteva pronunziarlo.
— E dove? — domandò la principessa, alzando in volto al marito due occhi piccoli e fieri.
— Da Muzio Scevola.
— E che luogo è?
— Una locanda, dove mi danno una cena elettorale.
— Non ci vengo.
— Ma, Camilla, pensa a quello che fai; mi tacciano di clericale per colpa tua; per colpa tua non sarò eletto; io voglio riuscire deputato, e tu, tu devi venire.
— Non vengo, — rispose la piccola signora sedendosi. — Tu sei padrone di derogare al tuo nome, alla tua nascita, ma non puoi imporre a me di avvilirmi. Io, oltre a esser custode del nome tuo, sono anche custode di quello di mio padre; sono una Grimaldi, lo sai.
E fieramente alzò la piccola testa dal volto pallido, sul quale non si leggeva altro che una grande espressione di fierezza.