Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 165 — |
più che mai desideroso di lei, non sapeva come rompere il silenzio.
— Non voglio che alcuno soffra per me — diss’ella guardando il principe mestamente, — e non posso permettere che mi si giudichi colpevole. La prego dunque di non occuparsi più punto di me, di dimenticarmi, e io, senza precipitazione, senza dar nell’occhio, saprò far cessare tutti i tormenti e tutti i sospetti.
Ella parlava lentamente, pesando le parole prima di pronunziarle, con una serietà, che rivelava la persona assuefatta alle persecuzioni della sorte, assuefatta a non sgomentarsi delle sventure, sentendosi sorretta dall’illibatezza della sua coscienza e del suo pensiero.
— Maria, — le disse il principe con voce concitata, — non parli di allontanarsi, non ammetta neppure che io possa dimenticarla, non sacrifichi me per soddisfare il capriccio geloso di una donna, che non mi ama, che non mi ha mai amato, e che fin qui ha tollerato senza affliggersene la mia indifferenza e la mia trascuratezza; non mi tolga tutte le gioie che provo a vederla. Non mi tolga la speranza che un giorno si lascierà intenerire dal mio amore e mi amerà. Tutte le donne