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vano, e accostandosi a Maria le disse con tono sarcastico:

— Se vuol accettare un mio consiglio, non ascolti quello che le dice il Rosati; io credo che egli muova troppo la lingua.

Fabio impallidì, ma seppe dominarsi e sentendo fisso su di sè lo sguardo di Maria, ebbe la forza di dire:

— Eccellenza, ho bisogno di parlarle e se potesse ascoltarmi subito, mi farebbe un piacere.

— Credo che potremo rimettere anche a domani questo colloquio, — risposo freddamente don Pio.

— In la prego di ascoltarmi subito.

— Vadano in quel fumoir, — disse Maria per secondare il desiderio di Fabio, — e io starò seduta vicino alla porta e impedirò che sieno disturbati.

— Quando lei ordina. — disse il principe inchinandosi davanti a lei, — non si può far altro che ubbidire, — e si avviò per il primo, entrò nel fumoir e cambiando subito tono, disse, con fare di sprezzo, al Rosati:

— Sentiamo questa seccatura che ha da dirmi; — e accesa una sigaretta si mise a cavalcioni di una poltroncina guardando il Rosati, che non osò neppure sedersi.