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In quel momento Maria gli apparì come l’angiolo salvatore, come la sola persona che potesse consigliarlo.

— Non sono malato, non ho bisogno di nessuno, mi occorre soltanto di confidarmi con lei, di dirle quello che mi accade.

— Io sono pronta ad ascoltarlo, — diss’ella facendoselo sedere accanto, — e le prometto che farò quanto starà in me per darle un consiglio saggio.

Quelle parole pronunziate con schietto accento di simpatia consolarono Fabio, il quale narrò a Maria i pretesti addotti dalla principessa per indurlo a andare da lei, le domande che gli rivolgeva per sapere quello che facevano alla Stampa, le narrò tutto, senza allontanarsi mai dal vero, perchè infatti egli non aveva nulla da rimproverarsi. Non le disse però che quelle risposte evasive non erano state dettate da un sentimento di ritegno e di delicatezza, ma soltanto dal bisogno di condursi abilmente tenendo i piedi in due staffe, e per ultimo le narrò quello che esigeva donna Camilla da lui, e l’offesa lanciatagli poco prima dal principe.

— Che cosa debbo fare? mi consigli lei, mi consigli come consiglierebbe in un caso simile un fratello, un amico.