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tosi dalla piccola scrivania della principessa, s’inchinò e le chiese se aveva altro da comandargli.

— Dica, Rosati, — domandò la principessa evitando di rispondere, — si fanno grandi preparativi per l’inaugurazione della “Fenice?„

— Immensi. A Roma tutti i fiori sono incettati per quella sera, e non si parla d’altro.

— Sarà contenta la signora Caruso di vedere la sua idea tradotta in opera con una prontezza favolosa?

— Non si può credere quanto la signora Maria sia felice. Ella assicura che il principe non poteva meglio spendere le sue ricchezze che facendo la carità di una consolazione artistica ai poveri.

— La signora Caruso deve aver conosciuta la miseria? — domandò la principessa.

— Pare che la miseria e la casa Rossetti fossero come i due fratelli Siamesi, e che soltanto la comparsa del Caruso in quella casa cacciasse la brutta ospite, — rispose Fabio.

— E allora la signora dovrebbe avere molta gratitudine per il marito?

— E l’ha infatti. Ella è una moglie modello e la sua volontà è sempre sottoposta a quella di Ubaldo.