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tromila persone, così furono dispensati un po’ in tutte le classi sociali e l’aristocrazia ne ebbe la sua parte.

Donna Camilla, informata da Fabio di quel fatto, stabilì di assistere alla festa, ma non disse nulla al marito di questo divisamento, e neppure alle parenti e alle amiche, che la tempestavano di domande.

— Non mi occupo degli affari di mio marito, — rispondeva ella sdegnosamente a quante le parlavano della Fenice — “Cela ne me regarde pas.„

E pareva infatti che ella non si curasse per nulla di ciò che faceva don Pio, tanto la mossa con cui accompagnava quell’asserzione era sdegnosa, e il tono della voce, sprezzante.

Invece appena era sicura che don Pio era fuori di casa e che Giorgio, il fido cameriere, era a pranzo o non poteva andare nelle stanze del marito, ella vi penetrava furtivamente, rovistava fra le carte, nelle tasche degli abiti, cercava, cercava quella prova della colpabilità di Maria, quella prova che doveva facilitarle la vendetta.

Un giorno ella trovò sulla scrivania di don Pio un paio di lunghissimi guanti da donna e sorrise a denti stretti, come se quello fosse