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trava per un momento in sè stessa, era pentita di quello che aveva detto, e umilmente con la faccia appoggiata ai piedi inchiodati del Cristo, la schiena curva, supplicava la santa immagine di perdonarla, di aver pietà del suo dolore.
Poi, dopo quegli sfoghi ai rialzava da terra, ricomponeva il volto, ricomponeva le vesti e sedeva dinanzi al tavolino coperto di lavori incominciati e destinati ai poveri, con le piccole mani scarne si dava a lavorare frettolosamente, mentre il cervello anch’esso lavorava, lavorava a cercare un mezzo per vendicarsi doppiamente del marito, coprendolo di vergogna; e staccandolo per sempre da Maria.
Dopo ognuna di quelle serate angosciose, donna Camilla trovava un pretesto per scrivere a Fabio, per invitarlo a andare da lei la mattina seguente. Ora il pretesto glielo forniva l’invito a una adunanza da spedire alle patronesse dell’opera pia delle Madri Lattanti, ora un’informazione da assumere, ora un sussidio da elargire. E quando Fabio la mattina dopo era da lei, ella lo interrogava su quello che facevano alla Stampa, sui lavori del teatro e per ultimo su Maria. Fabio Rosati era troppo accorto per far vedere alla