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dal gruppo, che rappresentava il giornale, e dal giornale stesso.

Da principio quel gruppo non aveva altro nucleo che l’onorevole Carrani, ma in breve, quando gli altri quattro capi dei diversi gruppi del partito progressista incominciarono a vedere che quel gruppo diveniva preponderante, si riunirono ad esso, calcolando che potevano, mercè la generosità di don Pio della Marsiliana, risparmiare tutti i danari che sarebbe costata loro la guerra al governo, dal momento che c’era un principe che faceva tutte le spese all’organo battagliero. Fu un calcolo economico che ebbe un risultato politico. Si sapeva che quei cinque uomini non simpatizzavano tra loro, si sapeva che tutti miravano a farsi accettare nel gabinetto che combattevano, ma questi screzi, che non erano un mistero per gli uomini politici e per i giornalisti, non eran noti al pubblico, il quale vedeva un forte partito capitanato da cinque duci, armati da capo a piedi per combattere il governo, e sperava da quegli uomini, che mostravano spiriti così battaglieri, una guerra in tutte le regole. Il pubblico non si accorgeva che tutti e cinque erano pronti a passare separatamente nel campo nemico, purchè il premio della divisione fosse un portafoglio importante.