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nutrì sospetti contro Fabio e promise a sè stesso di sorvegliarlo supponendolo ligio alla moglie e capace di riferirle quello che non voleva ella sapesse.

Con la riapertura della Camera La Stampa era entrata in un periodo di ostilità continue. L’onorevole Carrani, don Pio della Marsiliana e il gruppo di deputati che tutto speravano dal ritorno dell’ex-ministro dell’Agricoltura e Commercio al potere, tempestarono il Governo d’interpellanze. Ogni piccolo avvenimento dava loro occasione d’impegnare una zuffa; la guerra la serbavano alla discussione dei bilanci. Oggi servivano loro di pretesto a una interpellanza i mali trattamenti usati dalle autorità austriache a una barca da pesca chioggiotta, domani le prevaricazioni di un ricevitore del registro, e poi la morte di un soldato in seguito a una marcia, un disastro ferroviario, un maestro comunale rimosso.

E quella scaramuccia, che i deputati amici della Stampa incominciavano alla Camera dei deputati, era continuata nelle colonne del giornale con una violenza di cui non si serbava memoria nel giornalismo italiano. La tattica della Stampa era quella di sollevare le quistioni dal basso, agitare, agitare finchè