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quando Giorgio era uscito. Si metteva sulla poltrona accanto al letto di lui e ogni sera facevagli lo stesso fervorino:

— Ti rovini e ti danni con quel giornale. Le mie preghiere non basteranno a salvarti. Pensa al nome che porti, pensa all’anima tua!

Qualche volta don Pio era di buon umore e allora si voltava verso la moglie e la pregava d’imparare a mente un’altra esortazione, ma di cambiare, per carità, di cambiare. Donna Camilla non rispondeva agli scherzi, ma neppure abbandonava la camera prima di aver recitato tutte le preghiere serali per la salvezza dell’anima del marito e avergli toccato la fronte e le labbra con una reliquia della Croce.

In altre sere, quando don Pio era assonnato, stanco o noiato di quella insistenza, rispondeva sgarbatamente alla moglie:

— Al patrimonio mio e alla mia anima voglio pensar da me; lasciami in pace.

Allora donna Camilla, quasi si fosse imposta di tormentarlo, si sedeva, al solito, accanto al letto e pregava più lungamente e più insistentemente; ella esortavalo a separarsi da quegli scomunicati, che combattevano, dileggiavano la religione e il rappresentante di Dio in terra. Allora donna Camilla si fa-