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che l’avrebbe acquistata con La Stampa e con la speculazioni edilizie. E l’on. Carrani si guardava bene dal contraddire il giornalista, poichè egli aveva bisogno di un giornale sostenuto da un uomo ricco per ritornare al governo, e voleva tornarci a ogni costo.

I redattori della Stampa, che si consideravano fortunati di aver raddoppiato lo stipendio e di stare in un giornale dove non si sentiva mai parlare di miserie, dove l’amministrazione pareva un piccolo ministero delle finanze, dove nessuno era povero, dal proprietario agli uscieri, e questi avevano modi rispettosi come i domestici delle grandi famiglie, non sarebbero mai andati da don Pio a dirgli che faceva male a spendere, a profonder quattrini nel giornale e nelle speculazioni.

Per Roma si diceva da tutti che don Pio si rovinava se continuava di quel passo, si facevano i conti addosso a lui e al giornale; tutta la città parlava della sua pazzia, ma nessuno osava biasimarlo in faccia e molto meno dargli consigli; questo ardire non lo aveva altro che donna Camilla.

Ella, ogni sera, aspettava il marito alzata, e don Pio se la vedeva comparire in camera