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— Qui, sor Fabio mio, il principe ha dei nemici. Dicono che non può essere liberale schietto con quella moglie.

— E che fa la principessa? — chiese il Rosati fermandosi e guardando in faccia il sor Domenico.

— Bazzica troppo dalle monache di Santa Rufina. Capirà, la carrozza tutti ce la vedono ogni giorno ferma per delle ore davanti al convento, tutti sanno che non aiuta altro che i baciapile e poi ha anche la riputazione di esser superba come tutti in casa Grimaldi.

— E che cosa sapreste suggerirmi, sor Domenico, per riconquistare alla principessa le simpatie del Trastevere?

— Una cosa sola: bisognerebbe che la principessa venisse stasera a cena all’osteria insieme col principe e domenica l’elezione di lui è assicurata.

— Siete pazzo! — esclamò il Rosati mostrando con un gesto di ribrezzo quanto ripugnavagli di vedere la principessa della Marsiliana in quel luogo.

— Eppure è l’unico mezzo, — diceva l’oste senza alterarsi, scrollando la bella testa mansueta. — È l’unico mezzo!

— Ma ora è tardi.

— No; lei corra a casa dal principe, gli