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mortaletti, si canta, e si mangia pane, burro, formaggio e salsicce, bevendo il vino dolce, fatto allora allora. Dopo tornano a casa nelle fredde serate autunnali, e i bambini camminano avanti e portano in mano una piccola torcia o un palloncino.

I dieci giorni di Natale sono i più gai di tutto il resto dell’anno. Ogni bambino riceve dai genitori un po’ di denaro per provvedere i piccoli regali d’uso da farsi ai parenti e alla servitù. Il bambino ha già scritto il suo Wünschzettel, o lista dei desiderii, nella quale enumera tutte le cose che più bramerebbe d’avere. Il babbo e la mamma scelgono in quella lista le cose che credono più utili e più gradite al bambino, e gliele comprano. Comprano pure uno dei tanti abeti che si vendono sulle pubbliche piazze, la mamma lo infronzola di nascosto, vi appende catene di foglio dorato, ninnoli, noci inargentate, frutta secche e dolci; vi adatta molti moccolini di diversi colori, che accende la sera prima del Natale. Poi, le porte della stanza in cui è inalzato l’albero si spalancano, e i bambini si precipitano dentro curiosi ed impazienti.

La settimana seguente al Natale, è una settimana di occupazioni continue per i bambini. Debbono provare la cucina, offrire il caffè nel servitine, fare un ricevimento in onore della nuova bambola, recitare una commedia sul teatrino di burattini. In quei giorni non si accorgono della rigidezza della stagione, della neve che cade costantemente, e non chiedono di uscire.

Passa il Capo d’anno, ricominciano le scuole e i ragazzi nei primi giorni hanno la testa ai balocchi, ma poi l’amor proprio, che è vivissimo nei bambini tedeschi, li richiama allo studio ed essi riprendono la vita eguale e occupata che sono soliti a menare.