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fatto un inchino. Con una buona parola, col dono di pochi dolci, uno riesce facilmente ad amicarseli.

I bambini piccini nell’India sono appena vestiti.

Le madri, peraltro, ungono i loro corpicini con l’olio, e tingono col nerofumo le loro ciglia, perchè credono che ciò giovi alla vista.

I bambini hanno in genere moltissimi capelli, ma spesso, e specialmente nell’estate, hanno la testa rasa. Se sono maschi, vien lasciata loro una coda di capelli sulla sommità del capo. Fra gli indù quella coda è considerata sacra, e nessuno la taglia mai. Alcuni genitori fanno voto di non tagliare i capelli ai loro figli fino all’età di dodici anni, e per questo i maschi, con le lunghe code, sono spesso presi per femmine. Quando finalmente raggiungono i dodici anni, c’è una gran festa in famiglia per la tagliatura dei capelli; il Bramino, cioè il sacerdote di Brama, riceve molti doni; il ragazzo indossa abiti nuovi, e si fanno molte e varie cerimonie.

Spesso, subito dopo la nascita di un bambino, i genitori di lui consultano un astrologo, il quale giunge munito di diversi strumenti del mestiere, come compassi, tavole solari, rotoli di carta coperti di segni cabalistici.

Egli consulta, o meglio, pretende di consultare, le stelle, e di leggere nel libro del destino le vicende della vita futura del bambino. I genitori fanno tesoro delle parole dell’astrologo e lo consultano spesso nei momenti solenni della vita del loro bambino.

L’imposizione del nome, che si fa quando il bambino ha dodici giorni, è pure una cerimonia solenne. I nomi preferiti sono quelli degli Dei o delle Dee, e spesso s’impongono pure i nomi di fiori; mai il nome dei genitori. La scelta del nome spetta alla madre, ma se il padre