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Questo misto di cure e di amore, rende, voi bambini, un po’ egoisti, ma la colpa non è vostra, poichè sono i genitori stessi, che si studiano di celarvi quante pene costate loro, quanti sacrifizi fanno per darvi la salute e l’istruzione.

I bambini del popolo nelle città grandi sono mandati all’asilo dalle monache o dalle maestre secolari, dalla mattina alla sera. In quegli asili, molti dei quali sono fondati sul sistema froebeliano, che consiste nell’insegnare al bambino ad occuparsi e nel combattere l’istinto della distruzione che è innato in lui riducendolo a bisogno di edificare, in quegli asili dico, s’insegna poco, ma il bambino messo a contatto con i suoi coetanei, costretto a una certa disciplina, si prepara alla scuola, dove entrerebbe con tutte le ribellioni di un piccolo selvaggio, se non fosse sottoposto prima a quel tirocinio.

I bambini dei signori sono generalmente affidati a una bambinaia straniera, che sotto la sorveglianza della madre insegna loro il tedesco, il francese, o l’inglese e la calligrafia; che racconta loro delle novelle, delle piccole storie senza affaticarli, e li fa molto passeggiare e li sorveglia di continuo.

A sette anni circa, popolani, cittadini e patrizi vanno tutti alla scuola; i due primi in quelle pubbliche; gli altri a preferenza in quelle private, poichè le madri temono sempre per i loro bambini i cattivi compagni, e se potessero li terrebbero di continuo presso di sè.

Come insegnamento, fra le scuole pubbliche e le private vi è poca differenza: nelle seconde si insegnano anche le lingue straniere, il pianoforte, il disegno, cose tutte che non entrano nel programma delle prime. Ogni anno nel mese di luglio vi sono gli esami in ogni scuola, e chi raggiunge un certo numero di punti passa alla classe superiore, poi si di-