Pagina:Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale (1805).djvu/97

4to. Si comanda inoltre a chiunque fosse munito di licenza di portar le armi per via di rescritto, oppure di salvocondotti, e passaporti, di dover le une e gli altri presentare in questa cancelleria aulica fra il termine di un mese prossimo avvenire, da computarsi dopo la pubblicazione del presente, ad effetto di riportarne dall’autorità dell’illustrissimo, e reverendissimo Capitolo la conferma, che sarà accordata gratuitamente senz’ alcuna spesa, quando che per giuste cause non ne fosse giudicata opportuna invece la sospensione, e così ecc. non solo con questo, ma con ogni ecc."

Passate le vicende della guerra, restava da temersi la fame. L’Italia, granajo solito del Tirolo meridionale, era chiusa, e somma era la penuria in quelle stesse contrade. Provvide furono le disposizioni dell’augusto Sovrano Francesco II., e dei direttori della Provincia: si fece la ricerca del deficit delle granaglie, e tanto in Halla d’Innsbruck, che in Bolzano si fecero dagli Stati ereditarj tante tradotte sì per l’Enno come per terra, che nulla mancò, la qual provvigione se non fosse venuta, avrebbe convenuto dar mano ai bestiami domestici con discapito grandissimo dell’agricoltura. Sotto la garanzia delle comunità per la classe più bisognosa la Provincia somministrò grani, e farine, cedole di banco, e ramaglie senza supporto per un anno; ricevendo la detta Provincia ogni cosa dall’imperial regio magazzino di Halla. Il frumento era salito, senza esempio nell’istoria di questi Paesi, in misura trentina a fiorini quattro lo stajo, e la segale a fiorini tre e carantani dodici, e così a proporzione gli altri grani; il giallo poi, ossia grano turco sorpassava di prezzo il frumento, ed alla fine di Maggio questo genere non si ritrovava più che a prezzo esorbitante. Mancava anche il fieno nel tratto Attesino consumato dalle cavallerie tedesche, e francesi, senza parlare delle acquavite, e del vino, il di cui prezzo infimo nella state era di fiorini venti e più la nostra misura di dieci bacede trentine. La carne sola si trovò a prezzo moderato, perchè cessò il commercio coll’Italia per la mancanza di fieni, e per le malattie di bestiami in quella regione serpeggianti.

Restava un altro importante oggetto, cioè la decisione della sorte del Principato di Trento. Trattava l’Imperatore colla dieta dell’Impero l’affare delle indennizzazioni secondo la conchiusa pace, ma lentamente andavano le negoziazioni. L’eletto Vescovo e Principe di Trento era partito da Gorizia, ed a quest’ oggetto si era portato in Vienna, ove si ritrovano già altri Principi ecclesiastici dell’Impero. Passò ivi tutto l’anno, e niente più ottenne che la soppressione dell’imperial regio Consiglio amministrativo, e che venisse riconosciuto il Consiglio capitolare.

La convenzione segnata in Parigi li 26 Dicembre 1802 tra l’augusta Casa d’Austria e la Francia coll’accessione dell’Imperatore delle Russie dal Conte di Cobenzel Ministro imperial regio, e dal Senatore Giuseppe Bonaparte, decise la sorte del Principato, ed in conseguenza quella delle Valli, le quali passarono sotto l’augusto Francesco II. La convenzione a noi concernente è del seguente tenore: