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rigettate con saggia, e rispettosa risposta. 1 Aveva destinato per centro d’ unione delle sue forze Mantova, e quivi disposta ogni cosa intraprese la sua carriera verso la Carintia, dove pervenne dopo varj vantaggiosi conflitti, approfittando di aver trovate le armate austriache divise. 2

Nel tempo stesso il generale Joubert aveva in Trento ricevuto dei considerevoli rinforzi, e ricevuto l’ ordine di avanzare, fece attaccare li posti di Cembra per inoltrarsi a Salorno, ed assalire il generale Kerpen, succeduto nel comando all’ infermo generale Liptay. Questi, o non avesse forze bastanti per resistere, o temesse di venir preso in mezzo, perchè calando li francesi per la strada dei Pochi sopra Salorno poteva venirgli tagliata la ritirata, pensò di abbandonare Salorno, e trasferirsi a Bolzano, ed in seguito prendere la posizione della Chiusa di Bressanone, e coi rinforzi avuti dal Reno, e coi bersaglieri tirolesi, e la massa tirolese tentar qualche colpo in quelle stretture, ed inviluppare li francesi, se si fossero inoltrati.

In tali circostanze non rimaneva al generale Loudon, che evacuate le Giudicarie ritirarsi anche dalla Val di Non. Questa ritirata principiò li 21 Marzo; e tutto il militare per san Zeno, e parte per li monti prese la strada delle Palade per unirsi a Merano, e se occorresse passare nella Val Venosta. Mise gran costernazione questa ritirata, e non fu priva di disordini; poichè in Senale fu saccheggiata la cantina del bettoliere, e in Tisens nacque una zuffa coi contadini. Successivamente sfilarono anche dalla Val di Sole i soldati coi loro cannoni, e bagagli, e così pure i bersaglieri, tutti precipitosamente instradati verso Merano, come punto di unione, e le nostre Valli in pochi giorni restarono evacuate. Ebbe però tempo il generale Loudon in Caldaro, onde non fosse raggiunto dagli usseri francesi.

Mossosi infatti il generale Joubert colla sua divisione la notte della Domenica, li 21 Marzo era già arrivato col suo quartier generale in Salorno dopo aver superate le alture di Pressano, e fatti diversi prigionieri. Il

  1. La risposta fu concepita in questi termini: "La semplicità delle nostre consuetudini, l’ intimo sentimento della nostra libertà, sono l’ unico retaggio, che ci è stato trasmesso dai nostri antenati, e che noi abbiamo saputo conservare intatto in mezzo alle scosse politiche cagionate da una rivoluzione di parecchi secoli. Ritornate dunque, o cittadino inviato, presso l’ Eroe che vi spedisce, e ditegli, che la repubblica di San Marino contenta della sua mediocrità, teme di accettare l’ offerta generosa che le vien fatta d’ ingrandire il suo territorio ciò che in seguito potrebbe compromettere la sua libertà . . . . . essendo piuttosto amante della semplicità de’ costumi Spartani, che dell’ eleganza di Atene."
  2. È fama avere il Principe Eugenio lasciato scritto, che per passare dal Tirolo in Italia conveniva dividersi in picciole colonne, ma poco distanti una dall’ altra per potersi vicendevolmente soccorrere. Saggio consiglio, perchè attesi li tanti cespugli, fosse, e canali, la cavalleria non può facilmente agire; ed è facile venir presi a fianco, tagliati fuori, e fatti prigionieri. L’ avvertimento per parte degli austriaci, o non fu ben eseguito col troppo dividersi, o non giovò.