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glieri passando anche a Pejo quelli di Terla, seguiti da quelli di Sillian, e di Fiemme con bandiera crociata. Si aggiunsero cento dragoni dell’ Arciduca Giovanni, ed altri cento ne arrivarono presto; così pure altre truppe, che si trovavano disperse nelle Valli, ed altri bersaglieri: tutti sfilarono per Val di Sole, e si appostarono a Campiglio nella selva, a Tonale, a Pejo, e a Dimaro. Era cresciuto questo corpo ad un numero rispettabile; e per facilitare la spedizione delle lettere si erano poste in assetto le militari ordinanze, come pure quelle de’ bersaglieri; tutto era all’ ordine per resistere all’ inimico. Lo stesso generale Loudon il primo di Settembre erasi recato al quartier generale in Vermiglio, fattosi precedere da un battaglione di Jellachich con tre cannoni.

Intanto in Italia si era conchiuso da’ Francesi un armistizio col Re di Napoli alleato coll’ Austria, con che restarono debilitate le forze austriache. Bonaparte presa Verona stringeva di blocco la città di Mantova, e Massena minacciava il Tirolo. Era calata sul Trentino una parte dell’ armata del Reno, ed il maresciallo Wurmser era promosso al supremo comando dell’ armata d’ Italia. Aveva egli delle ottime intenzioni, e la prima sua impresa, che fu la liberazione di Mantova, ne’ primi giorni gli riuscì felicemente; poichè a’ primi di Agosto calato da Roveredo, e con gran valore impossessatosi per via delle loro batterie, piombò improvvisamente sopra i francesi, che assediavano quella città, e li fece fuggire. Ma ne’ susseguenti giorni le cose si cangiarono: perdette parte dell’ esercito, e si vide ritornare egli cogli avanzi: nè tardò molto, che li francesi superato Montebaldo, e passato l’Adige s’ inoltrarono a Roveredo. Il supremo comandante Wurmser, che era in Trento, prese la strada di Bassano e il generale Davidovich quella verso Bolzano. Entrarono i francesi in Trento condotti dal general Massena, e seguiti dallo stesso generalissimo Bonaparte. L’ armata di Davidovich fece qualche resistenza a Lavis; ma poi si ritirò a Salorno, dove fu piantato il quartier generale, e sebbene piccolo fosse il suo corpo, pure coll’ ajuto de’ bersaglieri bastò per impedire in allora ulteriori progressi dell’ inimico.

La mira del supremo comandante Wurmser nel prendere la via di Bassano si crede essere stata quella di assalire alla coda l’ armata di Bonaparte nel supposto, che si fosse fermata nel Tirolo a combattere contro Davidovich. Ma Bonaparte lasciato sul Trentino Massena, con un gran corpo inseguì velocemente il Wurmser per la stessa via di Bassano, e superati tutti i trincieramenti oppostivi per la strada, raggiunse l’ armata austriaca, la battè, e costrinse il Wurmser, dopo aver sofferti varj rovesci a rifugiarsi con precipitose marcie in Mantova, e questa città si vide di nuovo stretta di assedio. Il Bonaparte dandone relazione al Direttorio cosi parla di Wurmser: Vecchio generale di settanta anni, verso cui la fortuna si è mostrata in questa campagna più che crudele; ma che ha mostrato una costanza, ed un coraggio, che la storia non dimenticherà. 1

  1. Istoria dell'anno 1796 Part. II. Lib. 8. pag. 267.