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nelle cose universali del Regno tutti insieme formando un Senato. A Trento fu dato per Duca Evino e questa fu la prima volta, che Trento ebbe il titolo di Ducato.
Tre Duchi de’ Longobardi trovando gusto nel mestiere di bottinare, fecero un’irruzione nelle Gallie, governate da’ Franchi; ma dopo varie sconfitte dovettero in fretta levarsi da quelle contrade, e per le nevi cadute nelle Alpi bisognò aver per grazia abbandonar la preda, onde metter in salvo la vita. Irritati i Franchi da queste incursioni, calarono nel territorio Trentino, secondo il Muratori l’anno 577, e presero il Castello Anagni posto sopra Trento, che lor si arrese. Paolo Diacono: "His Ducibus advenientibus Francis, Anagnis Castrum, quod super Tridentum in confinio Italiæ positum est, se eisdem tradidit." Eccovi il Castello Anagni, che io sognai eretto per ordine di Teodorico Re de’ Goti, capo della Valle, per sincope detto Nan. L’espressione senza aggiunta "se eisdem tradidit" sembra indicare una dedizione volontaria. Così, che il presidio malcontento del governo de’ Duchi Longobardi si sia dato in poter de’ Franchi. Si capisce bene, che dal Regno de’ Galli di Austrasia per la via della Rezia si può entrare nell’Anaunia dalla parte di Pejo per i monti, e da quella di Tonale per Ponte di Legno. Paolo Diacono però delle strade tenute non parla.
Divulgatasi subito la fama di questa conquista fatta da’ Franchi, v’accorse il Longobardo Regilone Conte di Lagare, ossia della Valle Lagarina (indizio, che oltre i Duchi delle Città, in certe Valli c’erano de’ Conti) e non essendogli riuscito di riacquistar il Castello, sfogo la sua collera contro il paese, e lo saccheggiò. Ma ritornandosi addietro col bottino, fu sorpreso da Crannichi Capitano de’ Franchi, e tagliato a pezzi con molti de’ suoi nel campo Rotiliano, forse alle ischie di Denno verso la Rocchetta1.
Per questa vittoria incoraggito Crannichi non molto dopo si scaricò contro Trento, e lo devastò. Si mosse allora lo stesso Duca Evino, e Crannichi inferiore di forze si diede col bottino alla fuga. Non fu più a tempo di passare l’Adige, e ripigliare la strada dell’Anaunia: gli convenne tener la via retta sulla sinistra del fiume, e raggiunto a Salorno fu messo a sil di spada con tutta la sua truppa, che lasciò colla vita la preda. Evino vincitore scacciò dal territorio tutto il rimanente de’ Franchi, e rimase pacifico possessore del Ducato di Trento2.
- ↑ "Quam ob causam Comes Longobardorum de Lagare Ragilo nomine Anagnis veniens, eam depredatus est. Qui cum de præda reverteretur, in campo Rotallano ab obvio sibi Duce Francorum Chramnichis, cum pluribus e suis peremptus est."
Paul. Diac. de Gestis Longob. L. III. cap. 9. - ↑ Continua Paolo Diacono Lib. III. cap. 9. "Qui Chramnichis non multum post tempus ( anno 577 ) Tridentum veniens, devastavit: quem subsequens Evin Tridentinus Dux in loco, qui Salurnis dicitur, eum cum suis interfecit, prædamque omnem, quam ceperat, excussit: expulsisque Francis Tridentinum territorium recepit." De Gestis Longobardorum.