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C’erano allora severe leggi contro simili delitti date prima da Teodosio, e rinnovate da Onorio allora regnante. Gli uccisori quindi dal Governatore della provincia, che doveva essere il Pretore di Trento, furono fatti catturare, e racchiudere nelle prigioni per metterli alla meritata morte. Ma San Vigilio, e con lui altri Vescovi interponendosi appresso il nominato Imperatore Onorio, ne ottennero loro il perdono, come si legge nella epistola 158 di S. Agostino a Marcellino.

Questo fatto fu quello, che in vece di estinguere nell’Anaunia la fede, come pretendevano i feroci pagani, ruppe tutte le barriere, che vi aveva posto la perfidia, onde vi fosse liberamente predicata, ed esercitata la religione: e quegl’idolatri veduta la virtù, e costanza de’ santi Martiri, atteriti da’ flagelli, e convinti dalla misericordia de’ Vescovi, e cristiani, che implorano perdono fino a’ loro persecutori, aprirono gli occhi alla verità, e come avvien tal volta, che una madre colla propria morte nel parto dà alla luce un figlio, così essi furono partoriti alla Chiesa colla morte de’ primi loro predicatori. S. Vigilio nella lettera a S. Giovanni Grisostomo elegantemente descrive questo mirabile cambiamento di cose. „Anagnia, privatis religiosa portentis, numerosa dæmonibus, biformis Anubibus, idolis multi formis, semi-hominibus, quod est, legis irrisoribus, plena Isidis amentia, Serapis fuga. Blanda postremo inquilinorum mater criminum, quin potius noverca, viperarum alumna progenie, per sobolem veneratæ gentis, quæ nescit concipi, nisi patris orbitate lætetur; nescit crescere, nisi morte nascatur: nescit vivere, nisi nesciverit matrem. Ut in fidei conversione malæ sobolis proles, concepta jactura Dei patris, capite denegato nata, perfossa, alvo matris Ecclesiæ parta, per Sanctorum mortem (vitæ sumat) originem: sed jam (crescit) damno fœcundior, leto vivacior, lætior post mœrorem; nam planum est, & plene perspectum, cuncta uno peccato concussa, ut omnes misericordiam mererentur. Hi sunt centuplicati reditus passionis (quibus) suos jam gens (illa) reatus absolvit, captivitas liberos, fecit, laxavit indulgentia vinculatos.“1

Questo è avvenuto de’ santi Sisinnio, Martirio, ed Alessandro nell’Anaunia, cui portarono la luce dell’Evangelio, e dove riportarono il glorioso martirio; furono sempre venerati, e resta loro eretto un magnifico tempio in San Zeno, si crede nel luogo, o vicino al luogo del loro martirio, che non si sa precisamente assegnare. L’Abbate Girolamo Tartarotti pubblicò le memorie intorno la vita di questi santi Martiri2, ove si possono avere maggiori notizie. Abbiamo osservato nell’introduzione, che dall’epoca della conversione di questi popoli la religione cattolica non ha sofferto verun cangiamento.

  1. Reschio negli Annali di Bressanone pubblicò l’intiera lettera, Secolo IV.
  2. Edizione di Verona dell’anno 1744 in ottavo.