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di varia elevazione sui quali si presentano le serre grandiose e popolate di miriadi di fiori del Capo, dell’ lndia e della Nuova Olanda. La graziosa appariscenza del giardino, un vero tempio di Flora, la scelta delle posizioni, la vista del castelletto che pare spicchi da un canestro di fiori, gli agi del sito, la squisita ospitalità colla quale vi è accolto chi lo visita, sono cose che invitano a osservare la verità anziché tentare una infelice descrizione.

Nel rifare la via alla volta di Trento possiamo ommettere la ripida pendice delle Laste battendo la vecchia strada lungo la quale sotto la chiesa di Cognola s’incontra casa Travaja, prediletto domicilio di Andrea Mattioli; e giunti alla Croce di marmo, se pieghiamo a destra comparisce nel seno d’una valletta la deliziosa villa di Fontana santa di proprietà dei conti Consolati. Tralasciamo descrivere partitamente l’architettura di questo edificio, che il lettore ha sott’occhio in litografia. Solo accenniamo alle graziose pitture che si conservano, fra le quali va menzionata la vergine Camilla di Ferdinando Bassi trentino. Nella pulitissima cappella che sporge isolata in forma di rotonda su d’una eminenza, vedi un Riposo in Egitto del cav. Vanni, ed una Madre Amabile dell’Hayes.

Tommaso Gar cantò le delizie di Fontana Santa, e intitolava il bel carme al conte Simone de' Consolati. Alludendo a romanzesco avvenimento disse:

    . . . . . . . A lagrimosa istoria
          Furo i recessi della val teatro:
          Quivi col peso del rimorso in core,
          E la memoria del tradito affetto
          Che il fea per varie genti ir fuggitivo,
          Venia sfidato a singolar tenzone
          L’infelice Lovello, e fra gli estremi
          Della morte singulti iva chiamando