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corge che le vicende atmosferiche alterarono la superficie, e non vorressimo che il tempo cancellasse le lettere. L’urna marmorea situata a fianco della chiesa che accoglie i resti di Giacomo Micheli, pittore trentino che‘ prometteva una fama imperitura, e tolto ai vivi sul mattino della vita, è lavoro del nostro Varner.

Di belle forme è pur la vicina chiesa di S. Lorenzo, ove in antico stanziavano i monaci Benedettini, che tenevano anche la chiesa di S. Apollinare, ai quali subentrarono poi i Domenicani. Quando vi si officiava l’adornavano varie pitture e ricche suppellettili. Si encomia il campanile per la vaga struttura. Ne’ chiostri giaciono sepolte persone ragguardevoli che intervennero al sacro Concilio, fra le quali Pietro de Soro (morto nel 1563). Negli anni andati, nel giorno di S. Loronzo v’era gran festa; il più de’ cittadini traevano fuori della città, e il ponte di legno sull’Adige serviva di Merceria.

Inoltrandosi nel sobborgo di Piedicastello si fa capo in un casino circondato di frondi e di poggetti al piede di una rupe scoscesa che sopra gli pende. In quel casino aperto ad uso di birraria si gode lo spettacolo d’una pittoresca veduta, una delle più belle posizioni in cui si presenta la città co’ suoi contorni.

Proseguendo la via lungo il vecchio tronco dell’Adige che porta a Ravina possiamo visitare la cascata di Sardagna alta 484 piedi di Parigi. Giunti alla villetta di Pisavaca, dove ne’ secoli andati v’era un castello dello stesso nome, si passa a Ravina, e di là al sito detto la Torre dell’Orco che mette in un luogo segregato ove sorge un edificio di singolare architettura. Più sale e camere di questa solitaria abitazione sono dipinte a fresco, e rappresentano fatti della sacra storia o avvenimenti de’ tempi di Carlo V. V’è il Borbone ferito sotto le mura di Roma; Francesco re de’ Francesi al cospetto di Carlo dopo la battaglia di Pavia. È mirabile