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1848-49. Questo vasto edificio si presta convenientemente allo scopo in grazia delle stanze spaziose e arieggiate, del silenzio che gode nella situazione riposta, per la vicinanza della civica biblioteca e del nascente museo tridentino. Fra i varii mezzi d’istruzione va altamente encomiato il ricco gabinetto di fisica provveduto di scelte macchine e di apparecchi che progredendo la scienza imaginarono i dotti più recenti. Dobbiamo lo incremento e la premurosa conservazione di questa istruttiva e dispendiosa raccolta all’amore e allo zelo dello impareggiabile professore Francesco Lunelli, che dedicò a questi studii la intera sua vita.

La Tor Vanga che faceva parte d’un forte a difesa di Porta Bresciana è un antico monumento storico di rimota origine. Per essere costrutta di cotto, dal colore fu detta anche Torre rossa. Deriva il suo nome dalla famiglia Vanga, sia perchè Federico Vanga principe di Trento (1207) fosse autore di quel fortilizio, il che è molto incerto, sia perchè le derivasse dall’essere stata per diversi anni un feudo di questa famiglia. Questa torre ha gran parte nella storia di Trento, e fu sempre riconosciuta di gran momento la sua posizione che guardava il ponte sull’Adige. Vi fu rinchiuso il vescovo Giorgio di Liehtenstein per opera di Rodolfo Bellenzani (1447). È fama che in un bacile sieno state presentate al prigioniero le teste spiccate a due ragguardevoli personaggi; suoi aderenti. In attualità vi si chiudono i malfattori. Sul ponte a cavaliere dell’Adige, avanti che si deviasse il fiume dalla città, si apriva una veduta ricreante osservando il semicerchio occidentale dei caseggiati lambiti dall’onda cristallina del fiume.1

  1. Il dott. Francesco Moar, interprete della melanconica impressione che sorprese i Trentini pel distacco del patrio fiume dalla città di Trento, espresse in verso latino i seguenti affettuosi pensieri.