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ciale. Fu murata la prima pietra il 12 febbraio 1818, e aperto la prima volta il 29 maggio 1819. Il disegno è dell’ingegnere Giuseppe Ducati; tutta la fabbrica fu condotta a termine entro quindici mesi da artisti trentini, e invigilata dallo infaticabile Mazzurana. I dipinti sono di Ambrosi di Trento e di Cipolla di Valsugana. Mal corrisponde l’ingresso alla bellezza interna dell’edificio, ne si dovrebbe tardar molto a rifare una conveniente prospettiva. Nella primavera o nell’autunno si danno commedie; all’epoca della fiera di S. Vigilio si preferisce l’opera.

Nella contrada di S. Benedetto è da osservarsi la casa Cazzuffi ora Mazzonelli sulla cui facciata dura ancora qualche affresco malconcio dall’età; il Selvatico li dichiarò di scuola lombarda. Il palazzo Tabarelli, situato nella stessa contrada, di proprietà delle famiglie Moar e Salvadori, trae la sua origine da Antonio de Fatis Tabarelli decano del Duomo, che primo ideò questa fabbrica compiuta poi dagli eredi. L’architettura è sul gusto della cancelleria apostolica presso la chiesa dei Ss. Lorenzo e Damaso che trovasi in Roma, e del conte Giraud nella piazza di S. Giacomo Scossavalli in Borgo. Compose il disegno Brabante d’Urbino; lo stile è toscano con un bugnato di pietra che si estende dal basamento fino al tetto interrotto soltanto da alcuni medaglioni a rilievo eseguiti con somma maestria, e che si credono dello scultore trentino Alessandro Vittoria.

Per ampiezza di veduta, regolarità dei caseggiati, non che pel movimento del popolo che affluisce da varie parti, alletta e trattiene la prospettiva della Piazza delle Erbe colla contigua della Posta, alle quali fanno ala la residenza vescovile e dell’I. R. Capitanato circolare. Dalle derrate che si espongono in vendita sulla nostra piazza, come sarebbero frutta, legumi, erbaggi d’ogni qualità, polli ecc., il forestiero si accorge che i prodotti