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degna d’essere rispettata, e si espresse che sarebbe suo intendimento di adottare la stessa foggia degli stipiti dei balconi se mai si ristaurasse anche il Castello del buon consiglio. Oltrechè vi presero domicilio Massimiliano l imperatore e il cardinale Gonzaga nella terza tornata del Concilio, vi fu conchiusa la pace fra gl’Imperiali e i Veneziani (1535) per opera di Bernardo Clesio, Sigismondo di Tono e Antonio Quetta.

Dirimpetto a casa Tevini sorgono i grossi caseggiati dei Bellenzani, famiglia di gran lustro, ora posseduti dai conti di Tono (Thunn), nei quali, specialmente nel palazzo rinnovato in gran parte dietro disegno del noto Vantini, si ammirano eleganti dipinti di un alto bresciano, Tommaso Castellini. Dalle memorie di Antonio Mazzetti si rileva che nella casa di Sigismondo conte di Tono Legato imperiale (1562) abitava il cardinale Ercole Gonzaga, morto in Trento, ove poi fu ospitato in sua vece il cardinale Morone (1563).

Anche nella casa che è la prima di contrada Larga a destra verso la chiesa dei Gesuiti, ove al tempo del Concilio domiciliava il conte palatino Antonio Quetta (1545), ora proprietà dei conti Alberti, vi dimorò Francesco di Toledo, oratore spagnuolo presso il Concilio, come pure il cardinale del Monte (dal 15 marzo sino al 22 aprile 1545 ). Così da una iscrizione scoperta poco fa nella torre che sovrasta alla chiesa del Seminario apparisce che vi prese stanza il vescovo Diego di Alava (1545).

Il palazzo Galasso, chiamato una volta dal volgo il palazzo del diavolo (ora palazzo Zambelli) fu eretto da Giorgio Fugger, ricco banchiere d’Augusta stabilitosi in Trento; dai Fugger passò al generale Galasso; di poi lo comperarono i conti di Thunn della linea stabilita in Boemia, dai quali fu venduto al cavaliere Giacomo Zambelli che lo ristaurò con sommo ac-