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col Bambino, atteggiata in graziosissima movenza. Si vede espressa nei disputanti la concitazione che accompagna un animato parlare, e piace il contrasto fra queste mortali perturbazioni e la calma immortale ingentilita da un celestiale sorriso che bea il volto della Regina dei Cieli. Fra i dipinti di questa chiesa non dobbiamo ommettere la pala dell’altare maggiore di Pietro Ricchi, detto il Luchese, c l’antico dipinto dell’Epifania supposto di Paolo Veronese, non che S. Teresa e la Natività del Cignaroli, che tutti in breve verranno rinfrescati. Le due statuette di S. Pietro e Paolo che adornano l’altare maggiore, se non sono del Vicentini, appartengono di certo a perito scultore. Allo scopo di solennizzare l’anno centenario della chiusa del Concilio, che ricorrerebbe nel 1863 si deliberò di ristaurare la porta dell’ingresso principale, e dovrebbesi pur correggere il barocco rialzo che turba la classica architettura del tempio murato all’epoca che precipitava la vòlta. Devesi encomiare la provvida disposizione già presa di circondare il tempio con un largo margine di pietra, che rende più appariscente l’augusta sede ove strinsero fra loro il patto della concordia e della fede le generazioni passate.

Il Concilio trentino, che fu l'ultimo degli Ecumenici, convocato dopo la riforma introdotta da Lutero e suoi seguaci, incominciò l’anno 1545, e fu continuato per due anni con otto sessioni; ma pel timore della peste si trasferì a Bologna. Dopo quattro anni fu riaperto in Trento, poi interrotto ancora, finché fu chiuso li quattro dicembre 1563. Alcune sessioni del Concilio di Trento si tennero in Duomo, altre in questo tempio, e fu appunto in esso che venne conchiuso. Vi intervennero 13 cardinali legati, 4 cardinali non legati, 29 ambasciatori de’ principi, 3 patriarchi, 33 arcivescovi, 233 vescovi, 25 abati, 12 generali di ordini religiosi,