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ogni maniera sono costrutti di marmo bianco, tolti amendue dalle nostre cave suburbane, ed è bellissimo l’accordo che risulta dall’armonia dei due colori.
La porta che vedesi all’ingresso principale non appartiene a questa maniera di costruire, e sembra che sia stata eseguita in appresso per cura del cardinale Madruzzo, a carico della famiglia Stellimauro, come il comprova lo stemma gentilizio che la sormonta. Anche la porta minore situata a mezzogiorno appartiene ad altro tempio, forse a quel medesimo che vi era prima, e sente della maniera dei Lombardi.
L’interno della chiesa presenta una sola navata, e tre altari per ciascun lato di essa, i quali si addentrano nello sfondato di altrettanti archi semicircolari di bella proporzione, con archivolti ed imposte elegantissime. Nel presbitero allato dell' atar maggiore, sostenuta da grandi mensole, sporge la tribuna o cantoria dell’organo, tutta di candido marmo lunense, pregevolissimo lavoro di Vincenzo Vicentin, il cui nome si legge scolpito sulla modanatura di una cornice. E questi è pur esso scultore italiano degno di bella fama, sfuggito per mala ventura alle dotte investigazioni dell’autore della storia della scoltura dopo il suo risorgimento. Noi non dubitiamo di affermare, questa tribuna essere un capolavoro dell’arte, e massimamente in fatto di scultura ornamentale. Veggonsi in essa distribuiti in regolari comparti parecchi bassirilievi e statuette, che ricordano il fare di Tullio Lombardo; ma sopratutto ammirasi tanta squisitezza di gusto negli intagli delle cornici, e ne’ fregi d’ogni maniera, di che va copiosissima, che ben poche opere del cinquecento possono per bontà di stile a questa agguagliarsi, e non è forse alcuna che le stia sopra. Più guardi a questi ornamenti, e più ti compiaci nella leggiadria delle invenzioni, nella spiritosa movenza dei fogliami, nella morbidezza dei contorni; nella