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scosti valligiani, i quali qui traggono confidenti a quel divino Redentore, che ha sì larghe braccia che tutto prende ciò che a Lui si volve.

Al cospetto di questo Cristo crocifisso si pubblicarono i Canoni, ossia le dogmatiche decisioni del Concilio di Trento, che incominciato nella Cattedrale fu proseguito e terminato in S. Maria Maggiore. Sul merito artistico di questo crocifisso si espresse il Selvatico, che nella pinacoteca reale di Parigi osservò un Cristo dipinto dal Mantegna, e che questo o è un ritratto del nostro, o che il nostro fu eseguito dietro quel dipinto. Lo stesso Selvatico pose mente alla piastra d' ottone appesa alla tomba del beato Adalpreto su cui vi è cesellato questo martire, il Castelbarco e un crocifisso. Egli riconobbe per molto raro ed artistico questo saggio di cesello.

La Sagrestia è decorata di sacri arredi e di pregevoli reliquiari, fra i quali un’argentea cassa, ove si conservano le ossa di S. Vigilio. Ricorrendo la festività del Patrono di Trento si espongono i preziosi vasi sacri, e alcuni grandi arazzi istoriati. In questa Basilica, qual Cattedrale, si celebrano i divini ufficii dal nostro principe vescovo, dal Capitolo composto d’otto canonici, ai quali presiede il Decano, e da ventisei beneficiati; e qual parocchia arcipretuale da un arciprete e da due cappellani.

Si solennizza l’anniversario del Martirio di S. Vigilio (consumato l’anno 400 o 404 dell’era volgare) il 26 giugno, alla qual festa partecipano tutti i diocesani del Trentino.

Lo stesso illustre Vantini si compiacque di produrre il seguente favorevole parere sul tempio più elegante di Trento.

La chiesa di S. Maria Maggiore prima di essere rinnovata si chiamava di S. Maria Coronata dove cele-