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Se non che gli esterni abbellimenti dell’edifizio che attraggono maggiormente gli sguardi e dei nazionali e de’ forestieri, appartengono al secolo XIII, e ne fu architetto maestro Adamo di Arogno della diocesi di Como, il quale operò sotto il principato di Federico Vanga, che diede eziandio compimento al palazzo vescovile presso la Cattedrale. Nel lato esterno di questa, ch’è volto a mattina, dov’era l’antico cimitero, trovasi una iscrizione sepolcrale che ad Adamo d’Arogno quivi seppellito co’ suoi figliuoli, dà l’onore di essere stato l'architetto di ciò che di bello vedesi dentro e fuori di questa fabbrica. La quale iscrizione, poichè è ancora leggibile, e fu pubblicata dal conte Giovanelli nel suo erudito libro intorno la Zecca trentina, noi per amore di brevità ci asteniamo di qui trascrivere. Si nota solo che porta la data del 1212.
Lo stile della parte esteriore di questa chiesa mirabilmente si accorda coi progressi delle arti rinascenti dopo il mille, e ne richiama al pensiere la torre, il battistero e la cattedrale di Pisa. E però opiniamo che il nome dell’architetto maestro Adamo di Arogno, fin qui dimenticato nella storia delle arti, non sia men degno di bella fama che quello di coloro che operarono in Pisa. Nella costruttura di maestro Adamo si presenta una eleganza di forme, di cui indarno si cercherebbero esempi nelle opere della decadenza che precedettero il mille. Quella loggietta che ricorre per l’edifizio (eccettuata una parte del lato meridionale che fu costrutto cento anni dopo per munificienza di Guglielmo da Castelbarco), composta con archi a semicerchio sorretti da colonnette binate, serve opportunamente di fregio alla sommità delle pareti del tempio, v’induce leggerezza, e si accorda cogli ornamenti delle sottoposte finestre, le quali veggonsi qui non a guisa di ferritoie, come ne’ secoli precedenti, ma di svelta forma e di ra-