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minori riformati; quella di S. Croce, ossia Veronese, battezzata più tardo Maria Teresa, da dove diparte lo stradone, che avanti la costruzione della ferrata era la via postale alla volta di Verona. La quarta porta chiamata di S. Lorenzo, ossia Bresciana, fiancheggiata dalla tor Vanga, guidava in addietro al vecchio ponte di legno sull' Adige, ora è il varco che porta al nuovo ponte di pietra a cavaliere dello stesso fiume, e per di là a Vezzano, al Garda e nelle Giudicarie. Non dobbiamo trasandare il nuovo veicolo che dalla piazzetta Romana conduce alla stazione. La quinta porta sta a settentrione nel breve tratto di mura che legano il castello alla torre Verde, situata prima del taglio d’Adige in riva al fiume. Questa porta prende il nome dal vicino borgo di S. Martino, che finisce in una seconda porta volta verso Germania, chiamata pure col nome dell’ altra.
Le vie sono spaziose, arieggiate e quasi tutte percorse da rivi raccolti in acquedotti di pietra. Però alle poche fontane e ai pozzi, in gran parte inariditi a motivo del taglio d’Adige, supplirà in breve una larga vena d’acqua potabile scondotta da una sorgente che scaturisce dalla montagna di Povo, sopra il santuario della Madonna della Grotta. Tutte le vie sono selciate di ciottoli porfirici tradotti dall’Adige che li riceve dall’Avisio, e perciò si mantengono sgombere di polvere e di fango, offrono comodo il passo sui laterali marciapiedi, si conservano sempre pulite, e nel verno a mano a mano che fiocca si trasporta altrove la neve.
Le abitazioni sono costrutte con molta solidità e proprietà; v’è ricchezza di pietre nei basamenti delle fabbriche, negli stipiti delle porte, nei davanzali delle finestre, nei poggiuoli, nelle loggie che attorniano i cortili interni; e da qualche tempo si va propagando la gara di ornare le botteghe che sempre più crescono di numero. Scomparvero gli sporti che deturpavano l’or-