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Porte.
A giudizio del Ranzi le porte dell’antica città avrebbero esistito nelle seguenti situazioni:
- alla Portella ove ora trovasi la casa Nardelli;
- fra il mulino del Somacco di ragione Rossi e la casa di Dio;
- fra la casa beneficiata S. Biagio, e quella del dottor Cattoni a mezzogiorno del Duomo.
- allo sbocco della contrada S. Vigilio, ed al principio di Borgo Nuovo fra le case Lona e Lenzi;
- fra le case Maestranzi e Fogazzaro in contrada Oriuola, e
- in contrada Lunga fra le case Bernardelli e Saracini. Si avverta che nelle attuali mura della città si trovano le porte nella medesima direzione delle antiche, cioè a quella N. 1 corrisponde la distrutta porta di S. Lorenzo, a quella N. 2 l’attuale a sera otturata, a quella N. 3 l’altra a mezzodì pure otturata, a quella N. 4 l’attuale di Maria Teresa, a quella N. 5 l’attuale dell’Aquila, ed a quella N. 6 pure la nominata dell’Aquila e la porta di Germania.
Opina di più che a queste porte si trovassero presso le case che servivano a corpo di guardia, perché appunto in que’ posti i fabbricati presentano una vetustà pari alle mura dell’antica Trento, come la casa Nardelli alla Portella, il mulino del Somacco, la casa beneficiata S. Biagio, e quella Maestranzi rifabbricata; però quelle ora esistenti in Borgo Nuovo, e contrada Lunga sono di costruzione posteriore.
Torri.
Trento fu detta la città dei tre dossi e delle trenta torri, alcune delle quali sorgono incolumi ancora, altre