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dei panni di zucchero che a lui si volsero gli industrianti di Verona, Venezia, Marsiglia e Canale.

Legnami.


Richiamandoci ancora alla nostra esposizione, tutti apprezzarono il vasto ed elegante assortimento di legni levigati e piacevano le graziose venature de’ nostri alberi, l’olivo, il noce, il tasso, il ciliegio, il corniollo, il bagolaro, l’avorniello ecc., piacquero le assicelle segate a macchina ad uso di intarsiature, e fino le macchie delle radici parvero sorprendenti. E quanto bene corrispondessero i nostri legni all’arte del falegname ne erano prova i mobili di Tommaso Oberosler, del Pizcosta, del Nicoletti. L’Oberosler ha poi il merito d'aver migliorata la costruzione di pavimenti, e si raccomanda quest’artefice non solo per l’ esattezza e diligenza di lavoro, ma ben’anche per quella solidità che per lo più manca ai mobili fabbricati altrove.

Côlla caravella.


Non discosto dal paese di Gardolo trovasi una fabbrica di côlla di Giovanni Angelini che per purezza e tenacità è molto apprezzata dai falegnami e si spaccia anche fuori di paese. Non riuscirà forse ozioso l’accennare, in servigio di chi abbisognasse di vaste tettoie, il modo di copertura adottato da Giovanni Angelini che alle solide tegole e alle lastre di porfido surrogò le tavole di legno coperte di tela spalmata d’un mastice metallizzato, che non solo resiste all’acqua, ma ben’anche al caldo e al gelo, ned'è facile alla combustione. Da ragguagli presi apparisce che la spesa di costruzione non supera la metà di valore d’un coperto vestito di cotto. Questa maniera di copertura è già molto conosciuta e praticata a Parigi presso vasti stabilimenti industriali.