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generalmente conosciuta col nome di calcare ammonitico dagli animali fossili che contiene. Il marmo bianco si trova ai Giardini ed alle Laste verso Cognola, varia fra il bianco e bianco-giallognolo con qualche vena di ossido di ferro, si presenta in istrati di 114 sino a due metri di potenza, e si presta alla costruzione di salde colonne, di architravi e d’altri pezzi architettonici. Obbedisce al cuneo per ogni verso, riceve nitida levigatura, resiste alle vicissitudini atmosferiche. Il marmo osso offre pure molte varietà passando dal roseo fino al rosso carico. Scavasi in Melta, alle Cinque Chiavi presso il Castello di Trento, alle Coste ed in Pila. Resiste meglio dell’antecedente alle intemperie. Si estraggono massi per colonne di dodici e più metri di lunghezza e di proporzionata potenza. Le torri e le mura della città sono costrutte di questo marmo. Le più vistose cave de’ marmi del Trentino sono quelle di Fassa, e va fra tutti distinto il marmo bianco (calcare saccaroideo) al quale però si accostano le masse eratiche che s’incontrano presso Cavedine, e sono molto speciosi il marmo nerastro proveniente da Lasino, il biancone venato (calcare litografico) in vicinanza di Trento, e belle macchie si rinvennero presso Mattarello e Sopramonte. La valle di Pinè fa esteso commercio di lastre di porfido che servono alla copertura de’ tetti.
Miniere.
Presso Trento sui colli che sovrastano al villaggio di Civezzano trovasi la barite solfata o spato pesante impiegato in questi ultimi anni alla fabbricazione della biacca. Giace tuttora la fabbrica nel piccolo villaggio di Zel. Nella valle del Fersina ebbero vita e fama le prische miniere di Trento. Sul versante a sinistra di formazione porfirica si scopersero nel 1856 due filoni metalliferi che s’incrociano a poca distanza fra loro alla