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con un avancorpo, che è il vestibolo, e a tergo con una linea semicircolare, che è il coro. La sacristia a mezzodì, e il campanile a settentrione ai lati del presbiterio formano esternamente un solo corpo colla Chiesa sormontata da una cupola ottagona con una elevazione totale di M. 30.

La pianta dell’interno essa pure a croce latina presenta novità di forma del tutto singolare a questi paesi, ne si saprebbe di leggeri trovare anche fuori cui somigliarla, ma certo assai bene scompartita, molto simmetrica, ed opportuna agli scopi, a cui servono i templi cristiani. Dal vestibolo si passa ad una navata traversale che si confonde con due laterali, e tra queste un quadrato di M. 14.60 conterminato superiormente dal presbitero, e inferiormente da due pilastri isolati, dai quali sono determinate le tre navate.

All’arcata del presbiterio sorretta da lesene corrispondono le tre arcate del gran quadrato, su cui si innalza l’ottagono chiuso da un avvolto a vela, sostenute queste tre da sei colonne, esse pure isolate, due verso il presbiterio e quattro ai fianchi dei due pilastri, e questi e quelle corrispondendo alle lesene delle muraglie di perimetro vengono a formare nelle navate varii scompartimenti, che fanno l’ufficio di cappelle e presentano vaghezza di varietà negli avvolti.

Delle colonne vorremo notare, oltre la loro artistica bellezza, il pregio della nostra pietra rossa trentina, che levigate come sono non è più quel sasso, con cui si costrussero le dighe dell’Avisio, ma un marmo senz’altro variegato qualche volta di conchiglie e sempre da graziosissime macchie. Le sei colonne, il cui fusto e alto M. 7.40 con M. 1 di diametro all’imoscapo, ed è formato da due pezzi disuguali, le cui commissure si dovranno riunire da sembrare un sol masso, costarono sole 2200 austriache più di quello sarebbesi