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scritto dai monti della Naunia, di Fiemme e di Fassa. Queste svariate e ampie prospettive dovrebbero più che mai impressionare i nostri connazionali avvezzi alle sempre uniformi pianure del Veneto e del Lombardo.
Ripigliando la via nuova arrivasi a Cadine, così chiamato dalla forma di catino, luogo celebre nella storia municipale di Trento per la sconfitta che toccarono gli Annaunesi da Odorico Panzeria, signore d’Arco, ai tempi del vescovo Egnone. L’illustre Slop professore di anatomia in Pisa nacque nel paesello di Cadine. Più avanti s’incontra Vezzano che sale ai tempi de’ Romani come apparisce da una iscrizione di Toblino, e lo troviamo nominato da Paolo Diacono fra i castelli distrutti dai Franchi, allorchè calarono sul trentino ai tempi de’ Longobardi (590). Sotto Vezzano si apre la valle del Sarca spalleggiata dai rinomati vigneti di Calavino, terra prediletta de’ Madruzzi. La chiesa parrocchiale edificata da Gaudenzio Madruzzo è notevole per qualche buon dipinto, e per l’organo opera dello stesso Prati autore del celeberrimo di S. Maria Maggiore. Vuol essere pur visitata la cappella Madruzziana sulle cui pareti sono effigiate a fresco sette persone di quell’insigne famiglia, e si crede lavoro dello stesso Tiziano. Volgete uno sguardo compassionevole alle superbe rovine del Castello Madruzzo tuttora fregiate di qualche affresco.
Scendiamo al lago, al geniale paradisetto ritratto le tante volte dai paesisti. Qual'aria balsamica vi spira, quante delizie della natura, quanto lussureggiante la vegetazione! Folte macchiette d’olivi fanno capolino sui poggi, sui clivi, qua e là il nobile lauro che per volgere di stagioni foglia non perde, dai fessi dei ronchioni sbuccia l’elce sempreverde, nel lago si specchia Toblino, già antico castello romano situato in una pe-